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OSSIDO DI ETILENE: cos’è, perché si trova negli alimenti e perché è pericoloso

L’ossido di etilene è una sostanza chimica gassosa a temperatura ambiente, che presenta spiccate attività antibatteriche e antimicrobiche, ma che, allo stesso tempo, viene classificata come cancerogena, genotossica e mutagena per l’uomo.

Essendo una sostanza altamente reattiva, l’ossido di etilene negli alimenti si trova spesso sotto forma di 2-cloro-etanolo, dato dalla reazione con i sali del prodotto.

L’ALLERTA SANITARIA

Il 09 settembre 2019 in Belgio si verifica la prima notifica di allerta sanitaria per contaminazione da ossido di etilene di una partita di semi di sesamo.

Da questa scaturiscono una serie di altre notifiche sanitarie che si diffondono rapidamente in tutto il territorio europeo e che coinvolgono decine di altri prodotti alimentari, tra cui principalmente: gelati, integratori alimentari, prodotti a base di sesamo.

Alimenti come quelli elencati diventano oggetto dell’allerta sanitaria in quanto ad essere contaminati sono alcuni additivi industriali, primo tra tutti l’E410 (farina di semi di carrube), utilizzati come ingredienti per la preparazione del prodotto finito.

LE CAUSE DELLA CONTAMINAZIONE

La contaminazione degli alimenti con ossido di etilene viene collegata principalmente a due pratiche di sanificazione in cui tale sostanza è coinvolta:

  • La sterilizzazione di container utilizzati per il trasporto di alimenti
  • La sterilizzazione delle partite di spezie, semi, additivi in polvere.

Entrambe queste pratiche sfruttano la potente capacità antimicrobica dell’ossido di etilene, che garantisce la morte di eventuali microrganismi patogeni come, ad esempio, Salmonella. La prima, per essere sicura, deve essere seguita da una fase di areazione del container per evitare che la sostanza chimica utilizzata come fumigante si trasferisca dall’ambiente al prodotto alimentare trasportato.

La seconda, invece, è una pratica resa illecita in Europa sin dagli anni ’90, quando la sostanza coinvolta venne classificata come genotossica; tuttavia, in alcuni paesi terzi, tra cui principalmente l’India, questo trattamento è ancora consentito: il pericolo nel nostro mercato è dato dall’importazione di prodotti ed ingredienti da paesi esteri, che non garantiscono l’assenza di residui.

Infatti, nell’Unione Europea un alimento è considerato conforme se, da analisi, l’ossido di etilene o il 2-cloro-etanolo o la somma dei due risultano assenti; non è tollerata neanche la minima concentrazione di tali sostanze e questo perché la genotossicità è un attributo che implica la possibilità della sostanza di provocare danni al consumatore a prescindere dalla dose ingerita.

LA GESTIONE DEL PROBLEMA IN AZIENDA

È fondamentale che le aziende che manipolano alimenti a rischio o che utilizzino ingredienti a rischio (additivi, semi, spezie, sesamo ecc.) effettuino un’accurata selezione dei fornitori, richiedendo loro una dichiarazione di provenienza dei lotti o una dichiarazione di assenza di tale trattamento sui lotti forniti, vista la sua pericolosità per la salute del consumatore.

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